Il trust è un antico istituto di origine anglosassone che, soprattutto negli ultimi anni, ha ottenuto una larga diffusione anche nel panorama italiano entrando a far parte a pieno titolo del ventaglio di strumenti giuridici più utilizzati e consigliati dai professionisti.
Le caratteristiche che lo connotano, infatti, lo rendono uno strumento estremamente versatile ed in grado di offrire risultati ottimali in svariate occasioni.
Il trust é un rapporto giuridico in virtù del quale un soggetto, il disponente (o settlor) trasferisce la titolarità di tutto o parte del proprio patrimonio nelle mani di un altro soggetto, il trustee, che è chiamato a gestirlo e amministrarlo nell’interesse di uno o più beneficiari, o di uno specifico scopo, individuati dallo stesso disponente nell’atto istitutivo del trust.
Si tratta di un negozio fiduciario basato sul fenomeno della segregazione patrimoniale: il fondo in trust non è attaccabile né dai creditori del disponente, né da quelli del trustee, né da quelli dei beneficiari.
Il trustee, infatti, sebbene diventi titolare dei beni conferiti in trust, non è qualificabile come un vero e proprio “proprietario”, così come inteso dal nostro codice civile. Si tratta, piuttosto, di un diritto di proprietà “qualificato” poiché temporaneo e vincolato al perseguimento di un dato scopo o all’interesse di uno o più soggetti beneficiari.